Autobiografia di un indiano ignoto

di R. Raj Rao

Non è la prima volta che in un libro il protagonista vuole uccidere Salman Rushdie (d'altra parte sono in molti che lo vorrebbero uccidere). 
In Piccolo soldato di Dio di Nagarkar era un aspirante terrorista islamico, nel primo racconto di questa raccolta di R. Raj Rao, con una simile dose di ironia, è un sosia di Rushdie che non ne può più di essere minacciato al posto suo.

(A proposito di Dio, cioè di Salman Rushdie, come viene chiamato in questo racconto, butto lì qualche news dopo quelle di Jaipur: è in uscita un suo libro che racconta, appunto, della storia della sua condanna a morte, inoltre in autunno dovrebbe anche uscire il film tratto dai Figli della mezzanotte.)

Ma questo è solo per dire che i riferimenti letterari indiani abbondano nelle pagine di questi 15 racconti, spesso sotto forma di critica della società letteraria. Racconti che scorrono ironici, beffardi, arguti e attenti a osservare i corpi delle folle indiane, i viaggi sui treni, i desideri sessuali, le follie d'amore e le sue ferite.

R. Raj Rao, che insegna letteratura inglese a Pune, lo conosciamo per il suo romanzo Il mio ragazzo, storia di una relazione omosessuale descritta con dolorosa ironia.   
In questi racconti ritornano certi temi già presenti nel Mio ragazzo, così come ritorna il suo stile inconfodibile (in realtà non ritorna proprio niente, sono stati scritti prima). In particolare ricorre l'innamoramento del protagonista nei confronti un ragazzo più giovane e in età... da moglie, e le conseguenti botte e pene d'amore, ma si affiancano molti altri luoghi e situazioni: stazioni di polizia, cliniche per problemi sessuali, ristoranti bengalesi all'estero, sedute di psicoanalisi.

Poi, oltre a Bombay che la fa da padrona, con le sue fiumane umane e la sua esuberanza urbana, c'è in queste pagine anche l'Inghilterra, Los Angeles e Trinidad, e c'è anche Pune, città che amo molto, la vivace, giovane e maharastriana Pune sempre un po' all'ombra di Bombay, da percorrere con una macchina fotografica al collo in cerca di immagini rubate come fa uno dei personaggi di questi racconti.

Sono racconti pieni di scrittura, di scritture, quelle che scrivono i protagonisti: moltissime lettere, pezzi di sceneggiature, diari, interviste, che danno ancora più voce alle parole già molto dirette dei protagonisti.

E fra vagabondaggi, storie d'amore omosessuali o confessioni inconfessabili, alla fine si parla sempre di quel senso di abbandono che non si riesca a scacciar via e che, solo apparentemente mascherato dall'ironia, si tramuta presto in dolore e solitudine.

Commenti

  1. Rao tratta sempre temi coraggiosi. Nel romanzo che lo ha presentato all'italia non va per il sottile. Diretto, crudo ma anche dolce e appassionato. Sicuramente una voce insolita nel panorama indiano. Coraggioso, controcorrente. Anche se con temi diversi mi ricorda Nagarkar e la sua faccia tosta rispetto a certi tabù

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  2. "I Figli della Mezzanotte" di Rushdie è uno dei romanzi che ho amato di più nella vita, non sapevo che in autunno ne verrà tratto un film! Grazie della news, non lo mancherò.
    Anche se spero di non ricevere una delusione cocente, come mi è successo di recente con un altro libro di culto (che non ha niente a che vedere con l'India) “La versione di Barney" di Mordechai Richler: libro straordinario, film mediocre....
    ciao, Marco

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  3. Sonia, sì, diretto e crudo ma anche molto dolce, spesso i personaggi soffrono come dei cani per l'abbandono che hanno subito. Di sicuro una voce originale e diversa!


    Marco, ciao! Il film è stato girato l'anno scorso in Sri Lanka, la regia è di Deepa Metha e Rushdie stesso ha partecipato alla fase di adattamento della storia.
    La notizia del film era stata data nel 2008, ma le cose sono andate per le lunghe!
    Spesso i film tratti dai libri (non sempre!) sono deludenti! Anche io ho amato tantissimo i figli della mezzanotte (ed è da lì che è iniziato il mio amore per l'India)... quindi lo vedró, anche perché ormai sono 4 anni che lo aspetto, ma non ci faccio troppo affidamento per non riuschiare delusioni.
    Per altre news sul film, da wikipedia:
    http://en.wikipedia.org/wiki/Midnight%27s_Children_%28film%29

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  4. Cara Silvia, grazie delle info. Saltando di palo in frasca, ma conoscendo il tuo amore per la cultura indiana, ti segnalo che nel mio ultimo post (dedicato alla guerriglia maoista in India) parlo anche del nuovo libro di Arundhati Roy dedicato appunto a questo tema. Si intitola "In marcia con i ribelli" (Guanda editore) ed è un bellissimo reportage che narra l'esperienza diretta della scrittrice indiana fra i guerriglieri naxaliti. Ciao!

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  5. Grazie, lo leggero` sicuramente!
    Un saluto da Tokyo!

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  6. cara Silvia,
    ho trovato solo ieri il tuo blog....Grazie, grazie, grazie! Sono appassionata (e autodidatta) di letteratura indiana, finalmente ho trovato qualcuno che non solo condivide la mia passione, ma sa darmi consigli preziosi! ho appena ordinato i due libri di Raj Rao: ti farò sapere.
    I miei libri preferiti sono I Figli della Mezzanotte, Un perfetto equilibrio e Il ragazzo giusto. Ma non dimentichiamo Chitra Divakaruni, Sorella del mio cuore e il fiore del desiderio.... bè, un po' difficile scegliere...
    Grazie ancora
    serenella

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  7. Ciao Silvia, You are tagged. :)

    http://rajkashana.blogspot.in/2012/04/seven-samurai-no-just-tag-game.html

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  8. Ciao Serenella, benvenuta, molto piacere di conoscerti!
    Anche io sono come te, appassionata e autodidatta!
    Al momento sono in Giappone, ti rispondero' meglio al mio ritorno, a presto!

    Grazie mille Raj! Continuero' la catena non appena torno. grazie e un grandissimo abbraccio da Kyoto!

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  9. mi prometti che non sarà come prendere un nuovo pugno in faccia sulle mie nostalgie??

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  10. Sei in Giappone! Che meraviglioso!

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    1. è vero, Raj, ti ci sei stato a lungo in Giappone!
      Pensa che mi è venuto in mente solo quando ero già partita, che stupida...
      Be', ti sei risparmiato tremila domande da parte mia!

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